bene. domenica scorsa gli zdori erano in quel di cento, per vedere sti benedetti carri di cento del famoso carnevale di cento dello stesso cento gemellato con rio de sgianeiro. guardando il programma su internet scopriamo che la sfilata comincia alle 14, quindi alle 12 siamo tutti in partenza. peccato, il venerdì c’era belen rodrighez. io insisto perchè voglio che ci trucchiamo, lo zdoro non ci pensa proprio, dopo quella volta al compeanno della barbara*. ma poco prima di salire in macchina mi accorgo che mette nel bagagliaio il suo cappello carnevalesco. quindi si sa, la prima parte della gita sarà dedicata a trovare un degno copricapo anche per me.
appurato che i cappellini ci mettono di buon umore, verso le 14 ci mettiamo in piazza, che a poco a poco si sta riempiendo. e qui la visione. e non per niente avvio il quizzone stile “settimana enigmistica”:
cosa trovate di particolarmente strano in questa foto?
inizia la sfilata. faccio fotine col cellulare, sento una strana compressione, la calca si fa sempre più calca.
decido che è meglio togliersi sto cappello, che non riesco a vedere bene, ma…ad un certo punto dai carri iniziano a tirare alla folla dei materassini, ed allora inizia il delirio. il bambino vestito da spaidermen sulle spalle del papà davanti a me inizia a piangere, io non mi reggo e vengo sballottata a destra e a manca. ad un certo punto guardo in sù e mi vedo un’orca gonfiabile che si sta dirigendo dritta dritta sulla mia faccia, e orde di braccia che mi arrivano sopra per pigliarla. mi cerco di abbassare. il carro dopo maledico i miei capelli lunghi lasciati fuori dalla giacca. ad un certo punto lo zdoro piglia al volo un materassino e lo trascina giù, trascinando giù anche i miei capelli con me dietro. ma, aimè, il materassino è bucato. cioè, sono quasi diventata calva per un materassino bu.ca.to? sento degli strattoni, sempre ai capelli, non so cos’è. devo chiamare lo zdoro a voce molto alta perchè mi guardi trascinata da non so cosa e si metta a ridere. e convinca la signora che ha pinzato la mia chioma sotto l’ascella che no, non è il modo giusto per procurarsi un tupè. decido che è troppo. via! sotto i portici, per la via! lo zdoro mi guarda “avevi il panico, ti ho vista, io” e decide di desistere nel cercare di pigliare altri materassini o palloni o altro per venire in un luogo un tantino meno astioso.
dopo poco capisco che aveva fame, ed aveva approfittato della mia defaians. chioschetto della piadina e patatine per me, ci sediamo un po’ e becchiamo i carri dell’inizio che avevano fatto il giro (un tantino lenti, ma dopotutto 6 carri in 2 ore devono pur prendersi tutto il tempo che vogliono, no?). ai megafoni sentiamo lo spicher della piazza che parla con belen rodrighez “c’è belen?” “ma no, vedrai, qua stanno trasmettendo la replica di venerdì“. facciamo il giro inverso dei carri, così se ne abbiamo perso qualcuno rimediamo. dopo un’oretta la sfilata finisce, e noi approfittiamo della bancarella del tartufo per comprare
- salamella al tartufo, per il mio papà che gli piacciono ste cose strane
- caciotta al tartufo che quella che ci hanno dato i genitori dello zdoro sta esaurendosi
- cremina tartufata
la sera, al tigì regionale, scopriamo che belen c’era, eccome. c’era pure fabri l’amore suo. lo zdoro ce l’ha ancora su con me.
*dicesi “compleanno di barbara” un allouin con festa in locale nella quale io e lo zdoro ci siamo trovati ad essere gli unici che si erano truccati. trucco nero e ragnatelina sul collo con ragnetto per me, trucco nero con ragnatelina sulla guancio per lo zdoro. ma in più io gli avevo impiastricciato tutti i capelli indietro con gel e lacche varie, nonchè disegnato la crescita di capelli alla dracula (o alla topolino). il tutto confezionato con l’aggiunta di cerchietto con pipistrellini (dai, quelli tipo antennine) per tutti e due. che tutti erano fighetti con al massimo il cappello da strega che si toglievano subito per non scapigliarsi.